La concorrenza sleale dell’ex socio

La concorrenza sleale dell’ex socio

L’insidia peggiore che abbiamo potuto riscontrare in oltre cinquant’anni di attività è la concorrenza sleale di chi faceva parte della società.

Hai avuto un improvviso calo di fatturato?
Molti Clienti non ti contattano più?
Sei vittima di una pubblicità ingannevole?
I tuoi competitors parlano male di te?
I tuoi dipendenti rassegnano le dimissioni  senza darti alcuna giustificazione ?

Se la tua risposta è “sì”, sei vittima della concorrenza sleale!

La concorrenza sleale dell’ex socio scorretto è una delle questioni più problematiche che ogni imprenditore deve affrontare nella propria attività, ed è per questo che talvolta il nostro Studio viene incaricato di svolgere le indagini in tal senso.
L’insidia peggiore che abbiamo potuto riscontrare in oltre cinquant’anni di attività è la concorrenza sleale di chi faceva parte della società, in quanto ex socio ed è in possesso di informazioni riservate e delicate dell’azienda e che potrebbe utilizzare scorrettamente nell’ambito della propria attività proprio contro di te.

Quando si verifica la concorrenza sleale? Ecco una casistica dei casi più frequenti:
usare informazioni riservate della Società;
stornare dipendenti o clienti della Società;
sottrarre liste clienti e/o documenti relativi a strategie commerciali, elenchi e/o materiale di proprietà della Società.

Se hai necessità di una consulenza e devi fermare la concorrenza sleale contattaci subito, ti suggeriremo le attività investigative necessarie per risolvere definitivamente il problema e chiedere il risarcimento del danno.

STUDIO MASILE INVESTIGAZIONI SRLS

Via San Lucifero, 59 - 09125 Cagliari  - Tel. 070.270010 -   P. IVA 03792660924
info@studiomasile.it -  studio.masile@pec.libero.it

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Il collocamento prevalente presso il padre

Il collocamento prevalente presso il padre

Dopo aver pubblicato su l’affido condiviso a cura dell’Avv. Giampaolo Pisano, vogliamo affrontare un argomento abbastanza “spigoloso” in giurisprudenza, ovvero il collocamento prevalente presso il padre.

 

Anche se non apertamente, è orientamento dei Tribunali l’affido condiviso oppure collocare i figli minori presso la madre, talvolta, ritenuta più idonea e attenta alle esigenze dei minori quando la coppia si separa o cessa la convivenza.

La Suprema Corte, ha ritenuto opportuno specificare che non si tratta di una “preferenza”, anche se vi è una netto orientamento in tal senso, ma bensì, la collocazione presso il padre, avviene nel caso in cui la madre venga ritenuta inidonea e di pregiudizio per la crescita dei figli minori.
A prescindere dal principio della bi genitorialità, come può essere dimostrata l’inidoneità della madre? E’ chiaro che devono essere acquisiti tutti gli elementi di prova che dimostrino che la madre non è in grado di svolgere i propri compiti sia per quanto riguarda la sfera affettiva, ovvero: attenzione, comprensione educazione e disponibilità ad un assiduo rapporto con il padre che in qualche modo può essere emarginato dall’ex coniuge o dall’ex compagno.

Una volta che verranno effettuate tutte le indagini del caso, nella fattispecie, una relazione dettagliata da parte dell’ investigatore privato, e sulla base degli elementi acquisiti, si potrà proporre all’Autorità competente la collocazione presso il padre al fine di assicurare il recupero del rapporto, pregiudicato talvolta da lunghe interruzioni dovute all’atteggiamento da parte della madre nei confronti dell’ex o con atti ostruzionistici.

Sono sempre più frequenti i casi in cui i giudici hanno ritenuto di dover assegnare i minori figli al padre nel momento in cui la madre ostacola, in qualche modo il diritto di visita o comunque “utilizza” i figli come strumento di vendetta nei confronti del padre, quale ad esempio l’alienazione parentale che rientra, in taluni casi, nelle patologie psicologiche.

Ogni minore ha diritto a crescere con entrambi i genitori ma la collocazione può e deve essere modificata quando uno dei due ex coniugi o ex compagni ostacoli le relazioni parentali.

Certuni, tuttavia considerano che il collocamento prevalente presso il padre venga considerata come una “punizione” nei confronti del genitore che è palesemente affetto dalla sindrome di alienazione parentale.

Una recente ordinanza della Suprema Corte ha stabilito il collocamento di una figlia minore presso il padre, in quanto era stato dimostrato che il padre era in grado di creare un rapporto positivo con la prole rispetto alla madre considerata inidonea ad assicurare una regolarità educativa e di vita.

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Lo Stalking Giudiziario

Lo Stalking Giudiziario

Lo stalking giudiziario è un reato previsto e punito dall’art. 612 bis del Codice Penale.

Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita

Nello stalking giudiziario avviene un ribaltamento dei ruoli, in quanto il carnefice si traveste da vittima e trascina in tribunale la vera parte lesa. In genere avviene quando il coniuge non accetta la separazione o il divorzio, soprattutto se avvengono in seguito a violenze domestiche. Spesso il tutto viene accompagnato con la minaccia di togliere i figli alla controparte.

E’ un vero e proprio stalking nello  stalking e si verifica quando l’ex coniuge, ferito dal trauma di una separazione conclusa male, continua a perseguitare il coniuge o il  compagno/a, non solo con minacce, insulti e aggressioni, ma pensa di potersi affidare ad una giustizia, che in realtà è la “sua giustizia”, che ritiene a suo favore, con continue denunce.
Ciò avviene soprattutto quando si è in presenza di figli che si cerca in tutti i modi di sottrarre, all’ex moglie o all’ex compagna e viceversa, inventando di sana pianta qualsiasi tipo di stratagemma per supportare la tesi delle continue denunce.

Al primo insorgere di queste problematiche consigliamo di rivolgersi immediatamente al nostro Studio www.studiomasile.it al fine di porre in essere tutte quelle attività per acquisire gli elementi di prova per la salvaguardia della propria vita privata e dei propri congiunti.

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Controllo sui minori

Controllo sui minori

Tutela e controllo dei minori: sul bullismo

Con il termine bullismo s’intende definire un comportamento aggressivo ripetitivo nei confronti di chi non è in grado di difendersi.
I ruoli del bullismo, sono ben definiti: da una parte c’è il bullo, colui che attua dei comportamenti fisicamente e/o psicologicamente violenti e dall’altra parte la vittima, che è colui che in genere li subisce.

La sofferenza psicologica e l’esclusione sociale sono sperimentate molto frequentemente da bambini che, senza sceglierlo, si ritrovano a vestire il ruolo della vittima subendo ripetute umiliazioni da coloro che invece ricoprono il ruolo di bullo.
In alcuni periodi della vita – come l’adolescenza – i cambiamenti umorali e di comportamento sono all’ordine del giorno. Così come gli scontri e i confronti continui con i propri figli.

È quindi naturale chiedersi se si tratta di un momento passeggero, ovvero, se il vostro figlio è vittima del bullismo, perché non dialoga con la famiglia, è scontroso, si rinchiude spesso nella sua camera.

Nei casi in cui si sospetta che il figlio sia vittima di bullismo, che eserciti bullismo sui compagni, che usi droghe o alcool, è sicuramente consigliato rivolgersi all’investigatore privato, una delle figure professionali più indicata per svolgere con discrezione un controllo sui minori.

Questi fenomeni sono destinati a scomparire con la crescita e quindi con il superamento dell’età adolescenziale o se i figli stanno effettivamente seguendo strade pericolose che potrebbero avere conseguenze per tutto il resto della loro vita.

E’ preferibile un genitore che si preoccupa molto piuttosto che uno che non si preoccupa poco o talvolta per niente

Queste sono le indicazioni per valutare al meglio quando è il caso di rivolgersi ad un investigatore privato per il controllo del proprio figlio.
In questi casi un’indagine per sui minori può essere determinante e confermare le azioni scorrette dei figli. I genitori potranno così prendere adeguamenti provvedimenti.

Il controllo dei figli minorenni è un atto di grande responsabilità genitoriale, lo Studio Masile Investigazioni, si avvale di un eccellente staff di psicologi e avvocati che potranno guidarvi nelle scelte più opportune da operare.

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Il Recupero Crediti

Informazioni Prelegali per il recupero del credito

La situazione economica del momento, sta generando un grave rallentamento nella circolazione del danaro.
Questo servizio, consente di valutare le reali possibilità di recupero, in forma giudiziale e non, attraverso l’analisi dei dati acquisiti con notizie riguardanti la situazione attuale dell’organismo economico ed una ricerca patrimoniale sul massimo esponente dell’impresa, nel caso di società di persone, oppure sulla società stessa nel caso di SRL o SPA.

Nel caso di società in nome collettivo, le ricerche patrimoniali vengono svolte su tutti i soci.

Le indagini si concludono con suggerimenti e consigli sul come sul modo di condurre le azioni di recupero del credito.

Risoluzione giudiziale

Quando manca la collaborazione del debitore, il ricorso all’azione giudiziaria costituisce l’unico rimedio possibile per il recupero del credito.

Il nostro Studio è in grado di valutare l’azione giudiziaria che risulta più confacente all’accertamento giudiziale del diritto di credito vantato.

Risoluzione stragiudiziale

Il recupero dei crediti in via stragiudiziale consente di raggiungere il risultato desiderato dal creditore di incassare il dovuto, mediante attività che implicano la collaborazione con lo stesso debitore.

Grazie all’esperienza maturata in 50 anni di attività, lo Studio Masile è in grado di svolgere importanti attività al fine di tutelare in tempi brevi, i diritti del creditore.

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