Io, Raniero e la bella Ylenia

Io, Raniero e la bella Ylenia

“Ha fatto male ad annunciare la pista di Santo Domingo. Intendiamoci: Raniero è un detective serissimo, un maestro. Stavolta, però, ha esagerato”.

Parola di Brunello Masile, investigatore privato cagliaritano e governatore per l’Italia della Wda, l’associazione mondiale dei detective. Trentatré anni e dieci di professione alle spalle, Masile prende la parola per difendere il suo amico finito di colpo su tutti i giornali. Quel collega perugino che l’altro giorno ha annunciato al mondo: “Ylenia è dalle parti di Santo Domingo, andrò a prenderla”.

Boom, una sparata colossale che ha fatto il giro di tivù e giornali. Dichiarazione disinteressata, non si può dire altrimenti visto che i genitori della ragazza (i cantanti Albano e Romina) non sapevano di questo suo incarico e ora rifiutano di parlargli. Il dubbio è un altro: e se Rossi fosse stato folgorato da un eccesso di protagonismo?

“Lo conosco troppo bene per escludere una cosa del genere”, dice Masile, “la prima regola del nostro lavoro è la riservatezza. Come puoi occuparti di spionaggio industriale o di tradimento se non stai attento a come ti comporti? In questo campo il successo dipende da queste cose: lavorare seriamente, in silenzio. Cercando di smitizzare il ruolo dell’investigatore. Purtroppo i telefilm americani hanno deformato la nostra immagine: la gente pensa che giriamo con la pistola in pugno, imbottiti di microspie”. Invece? “Invece è un’altra realtà, Cagliari compresa. Si tratta di camminare, appostarsi, costruire una rete di informatori e mantenere sempre un contatto. Persone fidate, che ti vengono incontro al momento giusto”.

Gli informatori. Sono l’unica salvezza per Raniero Rossi, l’unica arma che può sottrarlo dal polverone. L’ha scatenato con quella dichiarazione; partirà per Santo Domingo, vuole chiudere l’inchiesta più delicata della sua vita. “Ogni detective ha i suoi canali, Raniero sa bene come ci si deve comportare. Abbiamo girato il mondo insieme per lavoro, saprà cavarsela. Nella sua vita non ha certo perso tempo:  all’inizio faceva il cantante, ha messo su un’industria di scarpe. Poi venticinque anni fa ha aperto la Maribò”.

Oplà, dalle canzonette allo spionaggio: come la mettiamo con i veleni degli ultimi giorni? L’accusano di essere un buffone. E con l’inchiesta aperta dai carabinieri di Brindisi? Si parla di millantato credito, turbativa dell’ordine pubblico. Brunello Masile, figlio d’arte (il padre, poliziotto, andò in pensione per aprire un’agenzia di investigazioni), lo difende a spada tratta. Ricorda i suoi successi, l’indagine che l’ha reso famoso: “Nell’84 ha scoperto tutti i retroscena dell’incendio di una fabbrica francese e per questo è stato premiato. Ora è presidente dell’associazione mondiale detective”.

Dalle stelle alla polvere, una caduta pericolosissima per il detective perugino. Caduta di stile, d’immagine. “In questo momento vorrei parlargli: ma è impossibile. Però non è un buffone. Prima di parlare coi giornali avrebbe dovuto informare la famiglia delle sue indagini. Doveva farlo, si è auto incaricato del caso”. Raniero Rossi ha fatto tutto da solo: si è nominato detective del caso Ylenia, ha annunciato che le sue indagini al capolinea. Gratis, per spirito di categoria e una ventata di pubblicità. “Non si può ancora dire se Raniero ha sbagliato”, commenta Masile, “ma l’atteggiamento dei colleghi non mi è piaciuto: gli sono andati contro in maniera per una leggerezza. La sua non è malafede”. Però, per togliersi dai guai deve trovare Ylenia: “Non so se ce la farà. Una cosa è certa: al posto suo non avrei preso senz’incarico un’indagine del genere. Chissà perché l’ha fatto”.

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Detective di professione – Alla caccia delle prove per nome e conto degli avvocati

Detective di professione – Alla caccia delle prove per nome e conto degli avvocati

Alzi la mano chi ricorda il nome dell’amico di Perry Mason. E’ difficile, il protagonista non era mai lui.
Bisogna far memoria: un detective dai capelli brizzolati, asciutto professionale. Ecco, si chiamava Paul Drake, lavorava nell’ombra, pedinava i sospettati, smascherava gli assassini.
Quando Mason vinceva, la prima pacca era sempre per il prezioso Paul.

Ma adesso basta con i fumettoni, gli investigatori escono dall’immaginazione collettiva. Arriva il nuovo processo penale e vogliono vestire altri panni, meno polverosi.

Professionalità ed efficienza, per cominciare.

Brunello Masile, detective cagliaritano, delegato regionale della Federpol, scende i campo deciso: “Con il codice Vassalli – dice – il nostro ruolo sarà determinante. L’accusa e la difesa si confronteranno a viso aperto, le prove si ‘formeranno’ davanti al giudice. Chi meglio di noi può diventare il consulente tecnico dell’avvocato? Se la Procura potrà contare sulla polizia giudiziaria, il penalista dovrà rivolgersi ai privati”.

La parte da protagonisti che pretendono, non è così facile-facile: “Purtroppo, la nostra attività – continua Masile – è spesso ai margini della legalità. Siamo vittime di una norma del 1931, che vieta i pedinamenti, le fotografie senza autorizzazione… se sbagliamo è la fine, ci ritirano la licenza”.

E’ una protesta gridata?
“Certo – ribatte – Siamo nelle mani della prefettura, che regola, con discrezionalità, la nostra professione”.

Soluzioni?
“L’albo degli investigatori. Alla Camera è ferma da un anno la proposta di legge, i partiti se ne disinteressano”.

Eppure, l’albo vorrebbe dire sicurezza e professionalità? Brunello Masile non nasconde i rischi: “Il nuovo codice farà da sponda all’abusivismo selvaggio. In Sardegna le agenzie sono una decina, ad ottobre ne avremo almeno il doppio. Fiutato l’affare, saranno in molti a buttarsi a capofitto. Senza controllo, senza regolamenti seri e precisi. Per avere il distintivo non basta essere un “cecchino”, un ex marine, un fanatico di James Bond. Negli USA c’è l’università, dove studiano psicologia, medicina legale, psichiatria”.

Il grande sogno americano… “No, è la voglia di perfezione”. Una perfezione che, però, sa di prossima “polizia parallela”, non è d’accordo? “ Non siamo in concorrenza con nessuno. Vorremo soltanto avere la certezza di poter lavorare nella legalità e senza avere attorno una giungla di nemici”.

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