La validità della relazione investigativa nella separazione tra coniugi

La validità della relazione investigativa nella separazione tra coniugi

La validità della relazione investigativa nella separazione tra coniugi

A cura del dott. Brunello Masile, investigatore privato professionista, e della dott.ssa Giulia Ruggiu, investigatore privato tirocinante CIIE

Introduzione

Nelle cause di separazione giudiziale, è frequente che una delle parti si rivolga a un’agenzia investigativa per dimostrare i profili di addebito, come l’infedeltà o altre condotte lesive commesse dall’altro coniuge. La nostra Agenzia Investigativa, operante dal 1967 e specializzata nel diritto di famiglia, è in grado di fornire prove dettagliate e legalmente valide per sostenere la posizione dei nostri clienti.

La relazione investigativa: struttura e validità

Dopo aver concluso le attività di indagine, redigiamo una relazione dettagliata che include tutti gli elementi di prova raccolti durante l’investigazione. Questi documenti, qualificati come scritti provenienti da terzi, hanno un contenuto testimoniale e devono essere acquisiti nel procedimento mediante prova orale.

Ordinanza 16735/2020 della Suprema Corte di Cassazione

La validità probatoria della relazione investigativa è stata confermata dalla Suprema Corte di Cassazione con l’ordinanza 16735/2020. Questo pronunciamento ha sottolineato come il rapporto investigativo, supportato dalla testimonianza dell’investigatore in udienza, possa costituire un elemento decisivo nelle cause di separazione.

Un caso emblematico è quello di un’ex moglie che, grazie alla relazione dell’investigatore, ha dimostrato l’infedeltà del marito. Tale prova è stata accettata sia in primo grado che in Corte d’Appello, portando all’addebito dell’assegno di mantenimento all’ex marito.

La Corte ha ribadito che l’onere di dimostrare l’inosservanza dell’obbligo di fedeltà spetta a chi richiede l’addebito della separazione, sottolineando l’importanza delle indagini svolte da professionisti qualificati.

Rispetto delle normative e tutela della privacy

La nostra Agenzia è associata a Federpol e si attiene rigorosamente al codice deontologico, nonché alle normative sulla protezione dei dati personali. Garantiamo un approccio etico e professionale in tutte le nostre attività investigative, operando su tutto il territorio regionale e nazionale.

Contattaci

Se hai bisogno di supporto per una causa di separazione o altre questioni legate al diritto di famiglia, la nostra Agenzia Investigativa è pronta ad aiutarti.

Contattaci per ricevere suggerimenti personalizzati e soluzioni su misura per le tue esigenze.

STUDIO MASILE INVESTIGAZIONI SRLS

Via San Lucifero, 59 - 09125 Cagliari  - Tel. 070.270010 -   P. IVA 03792660924
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Protezione e sicurezza appalti

Protezione e sicurezza appalti

Protezione e Sicurezza Appalti

Come interviene la nostra Agenzia Investigativa

A cura di Giulia Ruggiu (CIIE)
Investigatore Privato Tirocinante 

Lo Studio Masile Investigazioni offre servizi di indagine specifici per garantire la protezione e la sicurezza nei processi di aggiudicazione e gestione degli appalti.

Le nostre indagini permettono di verificare la situazione patrimoniale e la reputazione dei concorrenti, sia durante la fase di aggiudicazione che durante l’esecuzione dell’appalto.

Requisiti necessari per partecipare a una gara d’appalto

Per partecipare alle gare d’appalto pubbliche, le imprese devono soddisfare determinati requisiti previsti dalla legge, in particolare dall’articolo 80 del Codice dei Contratti Pubblici.

Questi requisiti includono:

  • Verifica dei requisiti di moralità, a cura dell’appaltante
  • Integrità e affidabilità professionale del concorrente

Lo Studio Masile Investigazioni svolge indagini complementari per approfondire la capacità e la correttezza professionale degli operatori economici coinvolti nelle gare d’appalto.

Le nostre verifiche forniscono un’analisi approfondita dei “dark spots” che potrebbero compromettere l’affidabilità di un’impresa.

Verifiche ex articolo 80 del Codice dei Contratti Pubblici

Le nostre indagini si concentrano su aspetti specifici richiesti dal Cliente, come la verifica della presenza di situazioni problematiche che possano influenzare negativamente l’affidabilità di un appaltatore.

In particolare, i nostri report dettagliati consentono di accertare se l’operatore economico partecipante a una procedura d’appalto sia coinvolto in situazioni come:

  • Procedura di liquidazione giudiziale (CCII) o liquidazione coatta
  • Stato di concordato preventivo
  • Procedimenti legali in corso che mettano in discussione la solidità finanziaria o l’integrità morale dell’impresa

Inoltre, le indagini mirano a verificare tentativi di influenzare il processo decisionale attraverso l’accesso improprio a informazioni riservate o l’invio di informazioni false o fuorvianti, che potrebbero compromettere l’esito della gara.

Indagini dettagliate per la sicurezza negli appalti

Il nostro servizio permette di ottenere un report preciso e completo riguardo l’appaltatore, evidenziando eventuali problematiche che possano aver causato la risoluzione di precedenti contratti per inadempimento o danni.

Le indagini vengono condotte con la massima discrezione e professionalità da un team altamente qualificato, specializzato in Sicurezza Industriale e Assistenza alle imprese.

Collaborazioni con importanti realtà industriali

Lo Studio Masile Investigazioni collabora con realtà industriali di rilievo, sia in Sardegna che nel nord Italia, contribuendo alla sicurezza e protezione nelle gare d’appalto e nei contratti commerciali.

Per maggiori dettagli sulle nostre attività, consulta la nostra news sullo spionaggio industriale.

Contattaci per una consulenza personalizzata

La nostra Agenzia Investigativa è associata a Federpol e rispetta rigorosamente il codice deontologico e le normative sulla protezione dei dati personali (privacy).

Se hai bisogno di una consulenza professionale per garantire la sicurezza nei tuoi appalti, contatta lo Studio Masile Investigazioni: siamo pronti a fornirti tutte le informazioni necessarie per una selezione sicura e corretta degli appaltatori.

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Alcune considerazioni sul delitto di Meredith Kercher

Alcune considerazioni sul delitto di Meredith Kercher

Oggi abbiamo il piacere di ospitare nel nostro sito un articolo della nostra nuova tirocinante la dott.ssa Giulia Ruggiu dal titolo “Alcune considerazioni sul delitto di Meredith Kercher” che peraltro, ha riguardato la dissertazione della sua tesi di laurea.

Quale titolare dello Studio vengo chiamato a fare “gli onori di casa”, pertanto, vorrei ringraziare la futura Collega, per il prezioso apporto, ma soprattutto, significarLe che gli onorati siamo noi.

Buona lettura a tutti i visitatori del nostro sito.

Alcune considerazioni sul delitto di Meredith Kercher

A cura di Giulia Ruggiu (CIIE)
Tirocinante nello Studio Masile Investigazioni

Tra l’uno e il due novembre 2007 a Perugia, la studentessa 21enne Meredith Kercher viene uccisa nella sua casa che condivideva anche con altre coinquiline.

Meredith portava i suoi anni con la fresca baldanza di chi ha tutta la vita davanti. Descritta dagli amici di sempre come precisa, riservata, riflessiva, gioiosa.

Gli indagati di questo efferato delitto sono tre persone: Amanda Knox, coinquilina della vittima – Raffaele Sollecito, partner di Amanda e Rudy Guede, un conoscente di Meredith e Amanda.

L’udienza dei tre inizia a settembre 2008, il gup accoglie la richiesta della difesa di procedere con il rito abbreviato per Rudy, che così otterrebbe, in caso di condanna, lo sconto di un terzo della pena.
Il Gup rinvia a giudizio per un processo ordinario, Amanda e Raffaele.

Il processo ordinario in primo grado di Amanda e Raffaele si celebra il 16 gennaio 2009.

Nelle udienze che si susseguono, emergono indizi di tracce forensi che proverebbero l’esecuzione del delitto da parte degli imputati, questa è l’impostazione accusatoria della procura.

Inoltre, i test effettuati dalla polizia scientifica superano l’esame dell’udienza preliminare, e si apre la strada per il rinvio a giudizio degli indagati e le udienze sono un continuo scontro tra periti: macchie ematiche, alleli e compatibilità.

La difesa di Sollecito, riguardo le prove forensi, ne contesta le modalità di repertazione e di analisi. In particolare rispetto al coltello, presunta arma del delitto, rinvenuto a casa di Raffaele. La difesa inoltre contesta il mancato rispetto dei protocolli internazionali nei processi di repertazione e conservazione.

La contestazione verte anche su un altro elemento di prova, il gancetto del reggiseno di Meredith: rivenuto dal RIS durante i primi sopralluoghi in via della Pergola, però repertato 46 giorni dopo. É da qui che la difesa adduce alla impossibilità di escludere che la traccia di DNA rinvenuta sul gancetto, derivi da una o più contaminazioni.

La difesa insiste sulla mancanza di un movente per Amanda e Raffaele, in effetti la procura, ricostruendo la biografia dei protagonisti si è parlato di vite sregolate da parte della procura, ma questo di certo non basta a classificare gli imputati come colpevoli.

Il movente, secondo il procuratore è un “festino erotico violento al quale volevano costringere Meredith”, quindi la ragione della morte di Meredith risiede esclusivamente nel perverso gioco sessuale di gruppo.

Tracce biologiche, alibi falsi, confessioni e ritrattazioni, sono questi gli elementi che l’accusa utilizza per collocare i tre nella villetta in via della pergola.
Non c’è una prova oggettiva che dimostri che i tre si conoscevano e/o che si fossero dati appuntamento per uccidere Meredith. I magistrati sono convinti che i tre entrarono insieme, la notte tra l’uno e il due novembre, nella villetta in via della pergola.

Nella ricostruzione della procura l’omicidio di Meredith fu premeditato e avrebbe dovuto essere un rito da celebrare in occasione della notte di Hallowen. Un rito sessuale e sacrificale che si potrebbe definire “casalingo, perché senza uno sfondo riconducibile all’esoterismo o al satanismo.

La teoria accusatoria della procura è in parte sostenuta dalle dichiarazioni di coinquiline e conoscenti di Meredith e non da prove forensi forti e non contestabili. Eppure il processo di primo grado si conclude con giudizio di colpevolezza per entrambi Amanda e Raffaele.

Come si è detto, specularmente, anche Rudy viene condannato, ma con la formula del rito abbreviato e quindi allo stato degli atti in udienza preliminare; e viene condannato a 30 anni di reclusione.

Nel dicembre del 2010 la Corte d’assise d’appello di Perugia riapre il dibattimento del processo a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox e dispone una nuova perizia ‘super partes’ per le tracce genetiche sul coltello e sul gancetto del reggiseno indossato dalla vittima quando venne uccisa.

I periti del nuovo processo sostanzialmente danno ragione alle istanze della difesa e cioè: il mancato rispetto dei protocolli di sopralluogo, nonché di raccolta e campionamento.

Per i periti, in riferimento al coltello è mancata l’applicazione delle cautele suggerite dalla Comunità Scientifica Internazionale.

Le prove cardini del processo del primo grado sono state distrutte.

Il 5 ottobre 2011 Amanda e Raffaele vengono assolti in secondo grado per non aver commesso il fatto, quindi con formula piena. 

Nel 2013 inizia il processo di appello e la Corte d’Assise nomina nuovi periti forensi disponendo l’effettuazione di nuove e ulteriori analisi peritali.
Questi concludono che “la valutazione complessiva delle risultanze interpretative poste in essere consente di supportare in maniera estremamente significativa l’ipotesi che il materiale genetico di Amanda Marie Knox sia presente nell’arma del delitto.”

La Corte di appello bis ha considerato Amanda e Raffaele ugualmente responsabili per l’omicidio di Meredith, in quanto “avevano posto in essere condotte idonee a realizzare il fine prefissato: quello di immobilizzare la vittima e usarle violenza. La decisione deriva da elementi plurimi e circondanti e sulla base di elementi indiziari di sicuro affidamento.”

Nel 2014 vengono depositati i ricorsi in Cassazione da parte di entrambi gli imputati contro la condanna, chiedendo l’annullamento della sentenza di appello bis e quindi l’assoluzione.

La Corte di Cassazione aderirà totalmente ai ricorsi, evidenziando “l’intrinseca contraddittorietà degli elementi probatori.”

Il 25 marzo 2015 comincia il processo in Cassazione che si conclude con l’assoluzione per i due imputati con la motivazione che non ci sono abbastanza prove per ritenerli colpevole oltre ogni ragionevole dubbio.

Le ambiguità però restano, una tra tutte è che alla fine della storia Rudy viene indicato come carnefice, è stabilito che non era da solo ma non sono mai state identificate o indagate altre persone.

Nella sentenza si stabilisce che le deposizioni fatte da Amanda e Raffaele riguardo i contatti avuti tra loro quella notte, non sono stati onesti e di questo è dato prova dai dispositivi cellulari in particolare, dal fatto che sono stati spenti la notte del primo novembre e riaccesi la mattina dopo nello stesso momento, ora e minuto.

Perché mentire se sono innocenti?
A questa domanda non c’è risposta.

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L’infedeltà coniugale e il diritto alla privacy

L’infedeltà coniugale e il diritto alla privacy

L’infedeltà coniugale e il diritto alla privacy

Ruolo e funzione dell’Investigatore privato

Nel corso della vita matrimoniale e non solo, è possibile che si verifichino dei momenti di crisi che possono nascere per qualsiasi motivo, in particolare, questi sono generati da cause che possono essere le più disparate, quali ad esempio incomprensioni e/o delusioni che mettono in pericolo la serenità del rapporto di coppia fino a sfociare nell’infedeltà coniugale.

Talvolta ci capita di rispondere ad alcune domande dei nostri assistiti che ci chiedono se rivolgendosi a noi violano il rispetto della privacy.

La nostra Agenzia Investigativa, specializzata nel diritto di famiglia, in questa fattispecie rappresenta la scelta più opportuna, in quanto, in sede giudiziaria, gli elementi di prova acquisiti, talvolta anche illecitamente, dal coniuge non saranno presi in alcuna considerazione dal
Giudice.

Nelle indagini, gli strumenti che vengono utilizzati più di frequente sono le videocamere, le fotocamere, gli smartphone, ed il localizzatore GPS.

I Giudici della Suprema Corte, con la Sentenza n.11516/2014 hanno affermato che è lecito acquisire gli elementi di prova per il tramite di un investigatore privato nel caso di specie al fine di provare l’infedeltà coniugale ed addebitare la separazione al coniuge che ha violato l’obbligo di fedeltà.

A tale proposito viene confermata l’importanza della relazione sulle attività investigative svolte (di questo argomento ne parleremo in una prossima news).

Ogni strumento utilizzato correttamente e nella giusta circostanza può permettere all’investigatore di acquisire gli elementi di prova importanti ai fini delle indagini. L’acquisizione degli elementi prova effettuata utilizzando una metodologia non consona può far perdere agli elementi di prova acquisiti la validità e addirittura incorrere nella violazione della privacy.

La nostra Agenzia Investigativa, specializzata nel diritto di famiglia, agisce solo nel rispetto di precise garanzie che tutelino la riservatezza delle persone, non solo in sede giudiziaria, ma anche in ambito privato.

Il diritto alla privacy è regolato dal  Regolamento (UE) 201/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio, fa riferimento al diritto alla protezione dei dati personali, ovvero al diritto di possedere il controllo sulle proprie specifiche. Il Garante per la protezione dei dati personali è un’autorità che opera in maniera indipendente ed è una figura istituita dalla legge sulla privacy del 31 dicembre 1996, n.675.

Qualora, durante l’attività investigativa il diritto alla riservatezza venga meno, la parte offesa può procedere con una denuncia querela all’Autorità Giudiziaria, il tutto ovviamente, dipende dal tipo di violazione avvenuta.

Infatti, l’investigatore privato, durante lo svolgimento delle proprie mansioni, è fondamentale che tuteli i dati raccolti, i file e i documenti attraverso sistemi informatici sicuri che blocchino eventuali abusi o furti di informazioni come ad esempio le certificazioni informatiche. 

In questo senso la nostra Agenzia di Investigazioni di avvale della collaborazione di una struttura specializzata che vanta un’esperienza trentennale nel settore informatico.

L’esperto può comunicare quanto concerne l’attività di investigazione solo all’investigatore e/o al collaboratore nominativamente indicato nell’atto di incarico e/o al diretto interessato, preoccupandosi però di eliminare tutto il materiale conservato nella banca dati al termine del lavoro, seguendo le modalità di archiviazione indicate dall’Art.10 del GDPR.

Il materiale acquisito, viene successivamente organizzato in maniera tale da supportare la difesa e consegnato al committente sia in copia cartacea che elettronica.

Per questi ed altri suggerimenti non esitate a contattarci.
La nostra Agenzia Investigativa specializzata anche nel diritto di famiglia è associata Federpol e si attiene scrupolosamente al codice deontologico ed alla protezione dei dati personali in materia di privacy. Opera su tutto il territorio regionale e nella penisola.

Contatta la nostra agenzia investigativa e sapremo darti i suggerimenti più opportuni.

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Quando il tradimento è reato

Quando il tradimento è reato

Infedeltà coniugale

Quando il tradimento è reato

Il tradimento nell’ordinamento giuridico italiano, da tempo, non viene più considerato come un reato, tuttavia, alcuni comportamenti nelle relazioni extraconiugali, possono dar luogo a fattispecie che vengono previste dalla legge come reato e pur non essendo necessariamente legati al vincolo di coniugio.

Conoscerli è fondamentale, tanto per la parte lesa quanto e sia per il coniuge adultero che per terze persone che entrano a far parte della dinamica di una relazione di coppia già esistente, oltretutto, la maggior parte delle fattispecie si applicano anche alle parti delle così dette unioni civili che non prevedono l’obbligo di fedeltà, così come disciplinato dall’art. 143 del codice civile (dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedelta’, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione), che invece è presente nel matrimonio.

Analizziamo ora quali sono i reati che si possono commettere tradendo e cosa si rischia

Sostituzione di persona

Il reato di sostituzione di persona non riguarda esclusivamente chi finge di essere un altro soggetto esistente, bensì qualsiasi altra condotta.
Fingere di non essere sposato o di non essere unito civilmente può integrare questo reato, a meno che la bugia fosse semplicemente smentibile perché il matrimonio era pubblico. Questo reato è procedibile d’ufficio ed è disciplinato dall’articolo 494 del codice penale con la reclusione fino a 1 anno.
Trattandosi di reato procedibile d’ufficio, anche il coniuge tradito può sporgere denuncia, anche se la vittima del reato è di norma colui o colei che entrano a far parte della dinamica di una relazione di coppia già esistente (c.d. amanti) (a cui ad esempio è stato strappato il consenso alla relazione con la menzogna),

Attenzione! Il reato può essere commesso anche attraverso vari strumenti tra i quali internet ed in particolare i social network, a tale proposito richiamiamo la vostra attenzione su questo precedente articolo

Violazione di domicilio

L’amante che si introduce nella casa coniugale senza il consenso di entrambi i coniugi che vi abitano (circostanza facilmente desumibile) commette il reato di violazione di domicilio, nonostante il consenso di uno dei due. E’ uno dei pochi in casi in cui anche l’amante ha responsabilità rilevanti sul piano penale

Maltrattamenti

Tradire ripetutamente il partner può configurare il reato di maltrattamenti, peraltro anche per le coppie non sposate purché sia in corso una convivenza. Questo reato, però, si configura soltanto se i tradimenti sono ripetuti e messi in mostra, (avevamo già scritto in tal senso) in modo da cagionare un danno.
Secondo l’articolo 572 del Codice penale questo reato è punitoa seconda della gravità del danno procurato e delle circostanze.

Diffamazione

Questo reato si incrocia spesso con le  roblematiche relative alle infedeltà coniugali, ad esempio quando si accusa pubblicamente il coniuge di tradimento non vero o quando si rivela il tradimento pubblicamente anche ai danni della  onorabilità del tradito o del coniuge infedele.

Per questi ed altri suggerimenti non esitate a contattarci.
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